Convegni dottorali

Dall’a.a. 2017/2018 al 2021 il Dottorato ha organizzato, in collaborazione con gli altri due dottorati del Dipartimento (Scienze dell’Antichità e Archeologiche, Studi Italianistici) un seminario per docenti e allievi. Nel corso del seminario i dottorandi si cimentano su un tema generale, non necessariamente di loro specializzazione, proponendo spunti per sessioni di dibattito, moderate dai docenti.

La partecipazione al seminario non è obbligatoria. Gli atti del seminario sono pubblicati nella collana ILLA.

Collana <em>ILLA</em> - Nuove Ricerche Umanistiche
La collana editoriale ILLA – Nuove Ricerche Umanistiche (Pisa University Press), emanazione dei tre dottorati del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa (Studi Italianistici, Discipline Linguistiche e Letterature Straniere, Scienze dell’Antichità e Archeologia), pubblica opere di giovani studiosi o per loro concepite, in particolare monografie, volume collettanei, atti di convegni e seminari che siano frutto delle ricerche dei tre dottorati, su tematiche relative ai vari ambiti di studio, anche e soprattutto in ottica interdisciplinare.

I volumi della collana sono sottoposti a valutazione attraverso procedimento di doppio referaggio anonimo.

Sono accolte opere redatte nelle diverse lingue di specializzazione comprese nei dottorati.

Direttore responsabile: Roberta Ferrari

Direttori fondatori: Alberto Casadei, coordinatore del Dottorato in Studi Italianistici; Marina Foschi, coordinatore del Dottorato in Discipline Linguistiche e Letterature Straniere; Mauro Tulli, coordinatore del Dottorato in Scienze dell’Antichità e Archeologia

Direttori attuali: Cristina Cabani, Enrico Di Pastena, Paolo Liverani

Comitato scientifico: Albert R. Ascoli, Univ. Berkeley, Ca.; Simone Beta, Univ. Siena; Pietro U. Dini, Univ. Pisa; Francesca Fedi, Univ. Pisa; Maria Letizia Gualandi, Univ. Pisa; Juliane House, Univ. Amburgo; Mario Labate, Univ. Firenze; Irmgard Männlein-Robert, Univ. Tübingen; Guido Mazzoni, Univ. Siena; Paolo Pontari, Univ. Pisa; Biancamaria Rizzardi, Univ. Pisa; Emanuele Zinato, Univ. Padova.
VOLUMI EDITI

  1. Il comico. Teorie, forme, rappresentazioni, a cura di M. C. Cabani, M. Foschi Albert, M. Tulli con la collaborazione di M. Nardi e M. Taliani, 2019.
  2. Nuove inchieste sull’epistola a Cangrande (Atti della giornata di Studi Pisa 18 dicembre 2018), a cura di A. Casadei, 2020.
  3. Menzogna e falsificazione, a cura di A. Casadei, M. Foschi Albert, M. Tulli, 2021

VOLUMI IN USCITA

  • Interruzioni e Cesure (International Graduate Conference organizzata dai dottorandi in Discipline Linguistiche e Letterature Straniere e in Studi Italianistici, 11-13 dicembre 2019)

Nel 2023  si è svolto il primo convegno del Dottorato in Discipline linguistiche e letterature straniere. In questa pagina troverete le informazioni riguardanti il prossimo Convegno 2024 e le altre iniziative delle dottorande e dei dottorandi.

Iniziative delle dottorande e dei dottorandi

Pagina in aggiornamento

Convegno dottorale 2024

 

Fenomenologie della memoria: studi letterari, linguistici e filologici a confronto

4-5 LUGLIO 2024
PALAZZO MATTEUCCI, AULA MAGNA

(Piazza Evangelista Torricelli, 2)

Il convegno si propone di indagare le molteplici configurazioni del concetto di memoria da un punto di vista letterario, linguistico e filologico. Cosa intendiamo precisamente quando parliamo di memoria? È possibile la reductio ad unum di concetti semanticamente differenziati come ritenzione, rimemorazione, ricordo, rievocazione e post-memoria? Quanto sostanziali sono le differenze tra memoria collettiva e individuale? E quali specificità della memoria umana la contraddistinguono da memorie computazionali sempre più efficienti nell’epoca dei Big Data?

L’idea che esista un’unica forma di memoria è stata posta in discussione già da Edmund Husserl, che allude a diverse formae memoriae attraverso la distinzione tra frische Erinnerung (“memoria ‘fresca’”), primäre Erinnerung (“memoria primaria”), Retention (“ritenzione”), sekundäre Erinnerung (“memoria secondaria”) e Wiedererinnerung (“ricordo”) (Husserl 1981 [1893-1917]). Sulla scia di quest’ultimo, Feyles (2012) afferma che, sebbene accomunati da un riferimento a qualcosa che è stato, i concetti di ritenzione, rimemorazione e ricordo instaurano un rapporto con il passato profondamente diverso l’uno dall’altro. A partire dagli anni Sessanta, anche le neuroscienze e gli studi cognitivi hanno posto l’enfasi sull’esistenza di una pluralità di memoriae: Milner (1962) ha còlto la distinzione tra memoria dichiarativa e memoria procedurale, e Atkinson e Schiffrin (1968) hanno proposto un modello che distingue tra memoria sensoriale, a lungo e a breve termine. Tali modelli sono stati progressivamente approfonditi e integrati (Brandimonte 2004a; Squire & Wixted 2020) e oggi la memoria viene di solito concepita in un’ottica pluralistica. Si distingue, per lo più, tra memoria a breve termine, che mantiene disponibili un numero limitato di informazioni per un periodo di tempo ridotto (Baddeley 2003), e memoria a lungo temine, suddivisa in dichiarativa e procedurale o esplicita e implicita (Ullman 2001a, b; 2004; Brandimonte 2004b). Modelli alternativi contemplano, invece, una tripartizione tra memoria a breve termine, memoria di lavoro, intesa come la facoltà che trattiene ed elabora l’informazione nel processo cognitivo, e memoria a lungo termine, la facoltà che archivia i ricordi permanenti (Dell’Osso & Conti 2017). Da ultimo, ma non per importanza, A. Assmann contesta il dualismo insito nel binomio concettuale ricordare/dimenticare, individuando – dopo aver già identificato i miti e i simboli del ricordo (Assmann 2002) – anche le soluzioni di continuità che caratterizzano il suo presunto opposto, l’oblio. Distingue, così, il dimenticare automatico, difficile davanti a una vicenda o a un passato dolorosi, dal dimenticare conservativo e selettivo, repressivo e difensivo, costruttivo e terapeutico (Assmann 2019).

Muovendo da queste premesse, le giornate di studi intendono contribuire al dibattito sulle molteplici declinazioni che il concetto di memoria può assumere, sui legami tra linguaggio, scrittura e configurazioni della memoria, e su come le ‘fenomenologie della memoria’ possano essere indagate a partire dagli strumenti metodologici della linguistica, dell’analisi filologica e della critica letteraria.

In ambito letterario, il rapporto tra scrittura e memoria è centrale in una molteplicità di contesti, da quelli soggettivi, più presenti nella scrittura autobiografica che vanno a scandagliare anche le dimensioni psicologiche e dell’inconscio nella memoria involontaria, o collettivi, che contemplano maggiormente meccanismi di riconoscimento culturale, come nella narrativa storico-documentaristica, con il coinvolgimento dei temi dell’identità, della memoria morale, fino ad abbracciare gli ambiti della post-memoria e i trauma studies. Nelle sue molteplici rappresentazioni, la memoria si configura sia come un dispositivo affettivo-emozionale, esemplificato da espressioni come by heart/ de cor/ par coeur, sia come un paradigma cognitivo di primaria importanza (a memoria), che, come uno strumento capace di assolvere funzioni, culturali e sociali primarie, incidendo in modo significativo sul processo di costruzione dell’identità individuale e collettiva. A tal proposito, è opportuno evidenziare la stretta connessione che intercorre, ad esempio, tra i trauma studies e il vasto campo di ricerca interdisciplinare dei memory studies. Concretamente, le riflessioni sui concetti di trauma (Caruth 1996; La Capra 2005), memoria collettiva (Halbwachs 2010), post-memoria o trasmissione intergenerazionale (Hirsch 2012; Sarlo 2005) costituiscono una sorgente alla quale attingere ai fini di una analisi e una comprensione delle forme letterarie attraverso le quali si plasmano le memorie nel tempo. Diverse sono le declinazioni attraverso cui il tema del tempo e della sua rigenerazione attraverso la memoria si affermano sin dagli albori del Novecento; lo sguardo proustiano, la teoria dell’eterno ritorno nietzschiano, gli esiti della teoria bergsoniana, della psicanalisi freudiana e dell’esistenzialismo heideggeriano o, ancora, della fenomenologia di Husserl, si palesano tra rimembranza, epifanie e correlativi oggettivi, o, in arte, nelle più icastiche concrezioni avanguardiste, come la persistente memoria di orologi molli. Si tratta, è certo, di un sentimento frammentario, plurimo, come quello dei sentieri borgesiani che si biforcano. Come sottolinea Svetlana Aleksievič (2016), il tempo della memoria, nella sua definizione di “tempo di seconda mano”, è una esperienza impellente e necessaria, tanto più in una realtà contemporanea parcellizzata, sempre meno consapevole e pericolosamente appiattita nel presente. In tal senso, nella storia più recente si collega anche un’ulteriore riflessione, rappresentata dal recupero distorto dei fatti e dei fenomeni, ovvero dagli “abusi della memoria”,  come li definisce Todorov (2019).

In ambito linguistico, comprendere i principi di carattere universale imposti dai vincoli cognitivi e neurobiologici dei meccanismi della memoria, risulta imprescindibile in ogni tipo di analisi. La dialettica tra memoria dichiarativa e procedurale è cruciale tanto nel definire la struttura sincronica del sistema di ogni lingua naturale quanto nella comprensione dei meccanismi che sovrintendono all’acquisizione e al mutamento linguistico (Lazzeroni 2019). I circuiti neurali della memoria sono coinvolti in patologie come la dislessia e il disturbo specifico del linguaggio (Duff & Piai 2020), e giocano un ruolo sia nell’apprendimento delle lingue seconde (Ulmann 2001) che nella perdita delle competenze di una lingua in contesto di attrito (Schmid & Köpke 2019). Nel foggiare la storicità di ciascun sistema linguistico, a ciò che è universale si affianca ciò che è socio-culturalmente determinato. Le lingue storiche sono perciò, inevitabilmente, memoria collettiva di sistemi ideologici e culturali depositata in testi, sia scritti che orali. Una memoria che persiste, ad esempio, nella stratificazione di fasi diacroniche precedenti come varietà di uno stesso diasistema sincronico, nella trasmissione del pensiero metalinguistico della tradizione grammaticale, nella scelta di affidare alla scrittura alcuni generi testuali e non altri, ecc. L’interpretazione del dato linguistico non può dunque prescindere da una ricostruzione filologicamente fondata delle circostanze storiche e culturali che a quel singolo dato «hanno fatto da lievito e da cornice» (Lazzeroni 2001: 418). Per quanto concerne, infine, il campo di studi del Natural Language Processing, la disponibilità di memoria (byte) è diventata una problematica importante: se i Large Language Models sono più complessi ed elaborati, richiedono un’ampia quantità sia di dati, sia di potere computazionale: tra le sfide vi è dunque quella di trovare strategie per ottenere Small Language Models ad alte prestazioni, che richiedano meno dati e memoria di lavoro (Schick & Schutze 2021; Schridhar et al. 2023).

Infine, in ambito filologico, lo studio delle varie fasi di redazione di un testo, la sua ricostruzione sulla base di multiple stesure o della presenza di varianti (Italia, Raboni 2017), nonché l’individuazione di repertori intertestuali nel processo creativo o della riscrittura, permette, combianando prospettive linguistiche, stilistiche, letterarie e culturali (Musitelli & Del Vento 2023), di restituire le stratificazioni di memorie individuali e collettive, di recuperare testi dimenticati nel tempo, e di valorizzare il patrimonio della memoria condivisa dalle comunità (Alves 2010). Anche per ciò che concerne la trasmissione dei testi, il loro eventuale rapporto con l’oralità e le tecniche di memorizzazione, i processi di edizione (sia tradizionali sia digitali – Bonsi & Italia 2016) permettono la conservazione e la divulgazione del patrimonio culturale che, nel tempo, ha costruito la memoria identitaria di una comunità.

Si invitano gli interessati ad inviare proposte relative ai seguenti ambiti:

Ambito letterario: memoria individuale/collettiva, post-memoria, trauma studies, scrittura autobiografica, narrativa storico-documentaristica, identità e memoria.

Ambito linguistico: memoria e strutture del linguaggio (sui vari livelli: fonologico, morfologico, sintattico); memoria e mutamento linguistico; ricostruzione linguistica e culturale; tradizioni scrittorie e metalinguistiche; memoria, acquisizione e apprendimento linguistico; memoria e disturbi del linguaggio; memorie artificiali e linguistica computazionale.

Ambito filologico: filologia d’autore, Digital editions, trasmissione della memoria attraverso i testi, ricostruzione della memoria storica, ruolo della memoria nella trasmissione dei testi.

 

Bibliografia principale

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ALVES, Fernanda Mota et al. (Orgs.) (2010). Filologia, memória e esquecimento, Ribeirão, Húmus.

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